ANGET
Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori d'Italia - Sezione di Milano
" MOVM STen g. Paolo Ferrario "
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA |
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DPR_20201215_0 | DPR_20201215_all-A |
DPR_20201215_all-B |
Video Frecce Tricolori sul Vittoriale |
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REPORTAGE FOTOGRAFICO |
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Locandina |
L'Alzabandiera |
L'Alzabandiera |
Schieramento Anget, Assoarma, A.N.A |
Autorità , Banda e Schieramento d'Onore |
Il Picchetto d'Onore Anget con la bandiera labaro |
I 2 Sindaci di Berrnareggio e Romagnano Sesia consegnano la Medaglia d'Onore ex IMI al Figlio Gianni maria RUGA che dona loro una copia della prima eizione del linro in cui ha raccolto le pagine del Diario paterno |
L'onorificenza ex IMI |
Nastrino e medaglia ex IMI |
1^ edizione del Diario di un Geniere |
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Foto Ricordo con l'Assessore, coi 2 Sindaci di Bernareggio e di Romagnano Sesia, Gianni Maria Ruga e ANGET (Negroni, Bellatorre -alfiere- Tedoldi e Varotto) |
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ARTICOLO SUL NOTIZIARIO NAZIONALE ANGET N. 2 - 2021 Sezione di Milano Cerimonia di consegna della Medaglia d’Onore a ex IMI RUGA Marino. Bernareggio, 2 giugno 2021. Una rappresentanza di Anget Milano ha presenziato come Picchetto d'Onore all'alzabandiera e alla cerimonia di consegna della Medaglia d'Onore, conferita dal Presidente della Repubblica, agli eredi di Marino RUGA, geniere trasmettitore già insignito di medaglie di 1^ 2^ e 3^ Classe alla fine del 2° conflitto mondiale, 1940-45 a seguito del servizio in armi prestato in zone operative di guerra. Marino ha combattuto sul fronte occidentale e poi Albania fino al settembre '43, dopo di che fu preso prigioniero, senza il rispetto delle convenzioni di Ginevra in quanto inapplicate alle truppe italiane, infine deportato in Germania e trattato come IMI. Il Prefetto di Monza, ha demandato al Sindaco di Bernareggio, residenza del figlio di Marino e nostro socio, Gianni RUGA, la consegna della medaglia d'Onore, concessa al padre, ai suoi eredi e famigliari in vita. La cerimonia si è svolta nella mattinata del 2 giugno nella Piazza del Municipio di Bernareggio. Era presente gradito ospite anche il Sindaco di Romagnano Sesia, dove RUGA Marino era nato ed ha vissuto ed è stato socio ANGET in una sezione locale. Oltre al messaggio da parte del Sindaco in occasione della Festa della Repubblica, alle testimonianze del Parroco Don Stefano Strada e della Presidente ANPI che ha ricordato il contributo femminile e le trasformazioni che hanno fondato la nostra Repubblica per rilanciare il nostro paese, i due Sindaci hanno consegnato a Gianni RUGA e ai famigliari l'onorificenza. Dopo aver ricordato ai presenti chi erano gli IMI (Internati Militari Italiani), sigla ai più sconosciuta, Gianni ha commemorato brevemente la figura paterna e ha fatto leggere alcuni significativi passi del diario del padre, dato alle stampe per lasciare un ricordo indelebile agli eredi. Oltre alla nostra Sezione schierata in uniforme d'onore con il labaro bandiera, completava lo schieramento una nutrita compagine di "Penne Nere" di Bernareggio (NdR: il ns socio Gianni ne è stato capogruppo fino al 2018). Ci ha raggiunti anche un Rappresentante dell'Associazione Carristi di Monza che ha portato i saluti della Presidenza Assoarma di Monza-Brianza. La cerimonia si è conclusa all'aperto per la gioia dei presenti con l'esibizione musicale della Banda. E' stata una degna parentesi a chiusura di una testimonianza di valore e di tradizioni per ANGET (DIARIO del ns Socio) ma soprattutto perchè ha svelato chi erano e cosa hanno affrontato gli IMI in quegli anni bui della nostra storia. Pietro Negroni |
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E' importante il ricordo ai presenti di chi erano gli IMI (Internati
Militari Italiani fatto da parte del nostro socio Gianni RUGA nel commemorare la figura paterna. Nel N° 2/2020 del Notiziario dell'Associazione Nazionale
Genieri e Trasmettitori d'Italia avete ospitato uno scritto riguardante la "storia"o meglio il calvario di 5 anni
di guerra e prigionia di mio papà , Geniere Ruga Marino nel quale raccontavo del
ritrovamento del suo "diario di guerra". Quell'insieme di quaderni, di fogli, di blocchi note sono
diventati un libro che ho voluto arricchire con foto e documenti ritrovati
anch'essi tra il materiale del papà . Ho voluto anche fare una piccola ricerca
storica di quel periodo, in modo particolare ho approfondito il tema, tutt'ora
poco conosciuto, relativo agli I.M.I. e sono venuto a conoscenza che il Governo
Italiano, tramite la legge n° 296 del 27 dicembre del 2006, prevede la concessione
della medaglia d'onore a tutti i cittadini italiani, militari e civili
deportati ed internati nei lager nazisti e destinati a lavoro coatto. Mi sono
attivato per inoltrare alla presidenza del Consiglio dei Ministri una serie di
documenti che confermassero la presenza del papà in un campo di lavoro in
Germania in qualità di Internato Militare Italiano onde poter ottenere questa
onorificenza. Il 14 ottobre del 2020 la richiesta di concessione della
medaglia viene accolta ma causa la pandemia la consegna è stata rimandata al 2
giugno del 2021, Festa della Repubblica. A questa cerimonia erano presenti il
sindaco di Bernareggio Andrea Esposito e di Romagnano Sesia Alessandro Carini, una
folta rappresentanza della Sezione ANGET di Milano in uniforme d'onore con il
labaro bandiera scortato dal Presidente Ten. Ing. Pietro Negroni, il Gruppo
Alpini di Bernareggio con il Vessillo della Sezione di Monza e una
rappresentanza dell' Associazione Nazionale Carristi d'Italia. Mi permetta di sottrarre spazio prezioso al vostro
Notiziario per far conoscere brevemente le vicissitudini degli Internati
Militari Italiani. Perchè queste persone non vengono chiamate semplicemente "prigionieri
di guerra"! Tutto nasce l'8 settembre del 1943 allorchè l'Italia firmò
l'armistizio con gli angloamericani diventando automaticamente nemica degli ex
alleati tedeschi. Interi reggimenti e divisioni gettarono le armi e furono
catturati dai tedeschi perchè impossibilitati a comunicare con il Comando
Supremo. Una volta catturati, molti pagarono con la vita il fatto di essere
soldati italiani, ricordo solo l'eccidio di Cefalonia dove furono passati per
le armi 4.800 fanti della Divisione Acqui, colpevoli d'aver ubbidito agli
ordini del loro comandante, il quale chiedeva loro di non arrendersi, mentre
circa 600.000 soldati presero la strada per i vari campi di concentramento o di
lavoro in Polonia in Austria o in Germania. A questi militari catturati i
tedeschi cambiarono subito lo status da "prigionieri" in "internati" ovvero gli
I.M.I. Internati Militari Italiani, così facendo Berlino aggirava la
Convenzione di Ginevra del 1929 che garantiva a tutti i prigionieri il rispetto
della dignità umana obiettando che essendo gli italiani dei traditori non
avrebbero potuto rivendicare questo privilegio riservandosi altresì la libertà di
decidere se autorizzare o meno le altre attività assistenziali internazionali
come la Croce Rossa. Agli IMI fu riservato un trattamento disumano, turni di lavoro
massacranti da svolgersi il più delle volte all'aperto, spesso in zone esposte
a bombardamenti, mancanza delle più elementari norme di sicurezza a iniziare
dall'uso di abiti protettivi e adeguati alle temperature invernali, influendo
in modo significativo sulla qualità di vita dei soldati rendendo così la loro
prigionia tremenda. A rendere la vita ancora più drammatica fu il problema
alimentare: razioni scarsissime resero la fame un'esperienza diffusa e cronica,
soprattutto per quanti erano addetti a lavori pesanti. Solo attraverso il
mercato nero, che era tassativamente proibito, si potevano integrare le razioni
giornaliere anche perchè agli IMI, erano negati i pacchi della Croce Rossa
Internazionale ... (da "I militari italiani negli Oflag e negli Stalag
del Terzo Reich" di Sabrina Frontera). Tra le tante sofferenze e privazioni che dovettero subire i
prigionieri, la ricerca assillante e bestiale del cibo fu quella che più
sconvolse la loro vita. Riporto alcuni brani che mio papà scrive nel suo
diario: S. 13 novembre 1943 Lavorato mezza giornata sotto un
tempo peggiore di ieri. Questa mattina si iniziò nuovamente ad andare (come
usiamo noi chiamarlo) alla sabbia cioè sterilizzazione acqua per città.
Malgrado il vento gelido, la pioggia, la neve e le nuvole ci confermano lo
spostamento. Gli angloamericani non hanno esitato a fare una visita nel
territorio tedesco. L'allarme ad Amburgo è durato 1 ora e mezza, rumori di
aerei ed esplosioni si sono sentite in lontananza. Oggi a mezzogiorno non ci
dettero la minestra e sarà per tutti i sabati successivi. Alle ore 20 entrò in
azione una parte della contraerea della città per circa tre quarti d'ora. Però
nessun bombardamento. D. 14 novembre 1943 Alla domenica che si dovrebbe stare un po' meglio come
d'abitudine nelle nostre case, la fame è peggiore dei giorni feriali. Riassumo
quindi in breve che la fame di oggi è stata tremenda. Come un uomo può stare
con dieci patate, un gavettino di brodo, un pezzo di pane ed un cucchiaio di
marmellata? Ed è meglio non parlarne ma sono gli argomenti del giorno questi,
quello che si farà domani ognuno di noi affamati al nostro ritorno, quello che
ci sazierà che ci leverà questa fame che ci abbruttisce, che non ci da requie
nè pace e con questa lavorare regolarmente malgrado il freddo nordico che fa e
che farà . Ma che sarà la giornata di
oggi non lo so perchè non sono mai uguali. Ho chiesto visita sempre per il
piede e ho avuto due giorni di servizio interno ma esco ugualmente a lavorare,
per avere a mezzogiorno un benedetto piatto di minestrone. Morale basso L. 22 novembre 1943 Ho
deciso di vendere qualche capo di biancheria per del
pane. Dopo la penna e l'anello d'argento seguiranno per ordine: una
camicia che
contratterò domani e l'unico paio di mutande di lana prossimamente del
quale mi é stato già offerto da civili tre filoni di pane. Tutto
questo mercato nero è per
la troppa fame, dovrei guardarmi pure dal freddo prima di prendere
certe
decisioni, ma tendo di resistere a quest'ultimo se il fisico lo
mantengo in
forma. Parlando di freddo, questo scende ormai sottozero, questa
mattina per la
prima volta è ghiacciato e la nebbia gela sugli alberi. Parlando ancora
di
vitto, la razione del pane è scesa nuovamente: due giorni in 6 e due
giorni in
5 fino alla stabilizzazione delle razioni vecchie. Oggi ho mangiato
poco ma in
compenso fatto qualche passo, solo così posso nel mio piccolo decidere
che
questa maledetta guerra finisca. Quella generazione finìper
essere una miserevole forza lavoratrice da sfruttare fino allo sfinimento in
mano alla Wehrmacht e merce di scambio per gli affari politici tra Hitler e
Mussolini con l'aggravante che tutto ebbe inizio già a partire dall'8 settembre
del 1943, allorchè le nostre Truppe furono abbandonate cinicamente dalle
autorità governative. In poche parole, questi giovani altro non furono che
vittime sacrificali poste davanti all'altare dell'indifferenza,
dell'efferatezza e della malvagità . Giovannino Guareschi (1908-1986),
scrittore, giornalista, umorista e caricaturista italiano, subì la stessa sorte
del papà . L'8 settembre del 1943 si trovava in Caserma ad Alessandria quando i
tedeschi lo catturarono e lo inviarono come I.M.I. prima in Polonia e poi in
Germania. E' di quel periodo il libro "La favola di Natale" che precede "Diario
di prigionia" scritto una volta rientrato a casa e dal quale riporto un brano
che trovo significativo e in linea con tutti coloro che hanno avuto la fortuna
di ritornare: "Non abbiamo vissuto come bruti. Non ci siamo rinchiusi nel nostro
egoismo. La fame, la sporcizia, il freddo, le malattie, la disperata nostalgia
delle nostre mamme e dei nostri figli, il cupo dolore per l'infelicità della
nostra terra non ci hanno sconfitti. Non abbiamo dimenticato mai di essere
uomini civili, con un passato e un avvenire". In mezzo a tanta sofferenza,
tanto odio, tanto egoismo, chi possiede una profonda educazione morale e una
forte ricchezza spirituale riesce a trovare momenti di serenità e di pace
frugando tra i ricordi più cari come quello che riporto qui sotto: Sabato 1 gennaio 1944 Anche il primo giorno dell'anno,
come il Natale, è trascorso discretamente. Pure la neve è caduta per rendere
più suggestiva la giornata, ma con l'acqua che seguì dopo è ormai scomparsa. A
mezzogiorno consumai quel poco di patate e brodo ed una parte del pane
procuratomi al tavolino che fra amici improvvisammo durante la spettanza per
questo giorno e per quelli che seguiranno. L'armonia è ormai la solita, i
discorsi gli stessi come non meno medesimi gli argomenti. La casa, la famiglia
lontano, la Patria. Vecchia è ormai la storia, vecchia la menata di questa dura
guerra ormai entrata nel 5° anno. Sarà l'anno della decisione il 1944? Oltre a
ricordarmi tante cose questo giorno mi ha ricordato in particolare il
compleanno della fidanzata. Il suo 22° anno di età che avrà trascorso chi sa in
che modo. L'anno scorso potetti almeno fargli intercedere il mio pensiero e
ricordo particolare accompagnato con un mazzo di fiori, mentre quest'nno
niente altro che silenzio da ormai 4 mesi. Ti ricordo sempre però mia Primina,
t'amo e ti penso ogni istante nelle ore mie intime. Oggi ho voluto vederti e
baciare le tue care effige, rileggere quelle tue poche lettere rimastemi,
quanto sono state confortevoli ed affettuose, quanta festa mi hanno regalato,
quanta nostalgia mi recarono. Nessuna promessa ti posso fare per questâ'anno;
non oso neppure pensare e dire che per quest'anno sarò da te, ma è certo che
questo giorno dovrà venire. Ebbene, Primina adorata, ascoltami da questa
terribile Amburgo, in questa sera alle ore 21,15, prima di dedicarmi al Signore
per ringraziarlo della giornata trascorsa e perchè mi anticipi una buona notte,
ascolta questo mio pensiero colmo di ogni più puro affetto ed amore profondo:
Il rinnovo di voti sempre migliori, di una fede sempre più grande, di uno
spirito immenso di sacrificio e di privazioni. Resisterò, ne sono certo, Iddio
mi darà questa grazia e mi concedeà la gioia di abbracciarti con i miei cari.
Ritornerò a te come tu mi accoglierai e finalmente ti donerò tutto, voglio dare
una vita finalmente felice e pacifica. Auguri mia Primina, auguri di buon compleanno
e buon principio di anno nuovo colmo di ogni benessere spirituale e morale.
Iddio e la Madre Celeste ci assista oggi e sempre, così sia. Aggiungo una
dimenticanza; domani andrò a lavorare, mi duole ma ho bisogno. Questo è per
sbarcare il lunario, per avere qualche razione di pane per saziarmi. Questo è stato mio padre; con le
sue paure, la sua determinazione, la sua umanità , le sue ansie ma anche con le
sue certezze e i suoi Valori che mai gli sono venuti meno e che sono stati:
un'incrollabile Fede e la consapevolezza che il Signore non lo avrebbe mai
abbandonato. Noi, suoi figli, ne siamo orgogliosamente eredi e testimoni e come
tali abbiamo il dovere di continuare ad avere sempre presente gli errori che
l'umanità ha commesso nel corso della sua lunga storia perchè, purtroppo, gli
stessi errori, si ripetono ciclicamente come se non esistesse memoria di tutto
ciò. Concludo questo mio intervento
facendomi aiutare da una toccante testimonianza lasciataci dal generale Gaetano
Ferretti il quale, in comunione con altri ufficiali internati in un Lager in
Germania, rivolge uno struggente messaggio alla Patria che si conclude così: Iddio
ci volle salvi, perchè ritornati in Patria, con l'animo fatto più
comprensivo dalle sofferenze patite, diventassimo presso gli altri,
apostoli di
bontà e d'amore. |
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ARTICOLO SUL QUOTIDIANO PAG. 28 DI ROMAGNANO SESIA - 2021 |
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ARTICOLO SUL NOTIZIARIO NAZIONALE ANGET N. 2 - 2020 |
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STORIA DI MARINO RUGA DAL 1940 al 1945 |
ANGET SEZIONE DI MILANO - MILANO, VIA VINCENZO MONTI N. 59 - CASERMA 24 MAGGIO